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Paesi e paesaggi - Il Mottarone

Molte sono le passeggiate che si possono intraprendere da Orta, ma certo la più tradizionale è quella del Mottarone.

I giovani e le signorine d'Orta o villeggianti, si vantano infatti d'essere saliti due o tre volte alla vetta famosa. In genere tale gita viene combinata a tarda sera, tra amici, sulla piazza, animata da bimbi che corrono e da savie persone che passeggiano.

Invece di cacciarsi sotto le solite coperte, si preparano dei panini imbottiti, delle buone bottiglie di quel vecchio e... scoccata la mezzanotte, quando gli ultimi nottambuli lasciano le osterie e la piazza si fa deserta, si parte.

E bisogna vedere che serietà di scarponi e che lunghezza di bastoni, sfoggiano i novellini della montagna.

Così si va... magari cantando e sulla schiena dei più prudenti si vedon ciondolare delle vecchie lampade a moccolo, per affrontare il tenebrore del bosco, oltre Armeno.

La passeggiata comincia a farsi interessante dopo Cheggino: la salita è ripida e sassosa, l'oscurità intensa per le piante fitte: la comitiva provata da qualche ora di salita, si fa silenziosa e tranquilla... Finalmente ad una svolta di dorsale appare l'incanto del lago Maggiore: luci trepide a Pallanza, foschia misteriosa, verso le sponde orientali. Si fa sosta in attesa dell'aurora... Finalmente eccoci ai piedi della grande Croce della vetta. La brezza si è tramutata in vento gagliardo: ci si ripara nei mantelli e nelle coperte, ma non si cessa di guardare...

 

da "Il Borgo d'Orta" di Renato Verdina - Omegna 1940

 

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